A tre anni di distanza dal progetto solista di Jenny Lee Lindberg, è in arrivo in questi giorni anche LoveLaws, opera prima di Theresa Wayman, voce e chitarra delle Warpaint. E, ascoltandolo, evidenti sono le allusioni e innumerevoli le citazioni alle sonorità dreampop, trap ed enigmatiche della band-madre.
10 tracce che si dipanano per circa una quarantina di minuti: LoveLaws, pubblicato da Theresa con le sole iniziali TT, esplora e rielabora con coerenza ed evidente bravura tutte le sonorità del repertorio del quartetto californiano, al quale Theresa aggiunge, come tocco personale, dei testi semplici ma dal sapore estremamente delicato e intimista.
Nuances elettroniche garantite dall’uso sapiente di sintetizzatori in dialogo con basso, chitarra e batteria sono le protagoniste indiscusse della prima traccia, Mykki.
Ad essa segue I’ve Been Fine, uno dei pezzi in cui l’eredità Warpaint è più pesante, e non solo per l’arrangiamento. Brano non inedito (era stato infatti presentato in anteprima nel corso della trasmissimone Guitar Power, già nel 2014) I’ve been fine ha un andamento ossessivo e cupo, con venature trap pop che non sono nuove nel repertorio della band di Wayman & co.
I think you’re right / Things have gotten better /Except when I /Still can’t help remember // All the times / Our bodies pressed together /And you were mine / You were mine, canta malinconicamente Theresa.
Love Leaks, introdotta dalle note di un organo suonato da Money Mark, è anche il primo singolo estratto dall’album. Brano incentrato sul tema della solitudine che segue a una rottura sentimentale, ha un andamento in crescendo e presenta continue variazioni di ritmo, riverberi e distorsioni che lo rendono uno degli episodi migliori di LoveLaws.
Le sonorità proposte da Wayman sono consistenti e il fil rouge alla base delle differenti tracce è senza dubbio la grande coerenza. Questo non impedisce tuttavia a Theresa di esplorare a tutto tondo il proprio territorio musicale, declinando stili e atmosfere. Si passa quindi con eleganza e disinvoltura dalle venature hip hip di The Dream a nuances più soul, fino al rock più sperimentale di Safe e Too Sweet.
I testi, dicevamo, sono al tempo stesso delicati e personali. Strutturati come un diario personale, ci parlano di amore, solitudine e altri temi comprensibili e certamente condivisi da tutte le adolescenti di ieri e di oggi. Niente di particolarmente evocativo e forse lontano dalla moda del momento, più prona ad altre battaglie, ma mi pare che proprio questa scelta sia particolarmente lodevole e tenga Theresa al riparo da molta falsa retorica.
Album quindi interessante e bello, che premia un’artista brillante e sensibile, in versione Warpaint come solista.
7.6/10