Band britannica, originaria di Southampton, dove si sono incontrati nel 2013, i Burning House, trio composto da Aaron Mills, voce e chitarra del gruppo, Patrick White basso e Ash Babb, batteria, hanno contribuito a movimentare la scena rock indipendente e in particolare il sempre effervescente universo shoegaze, quest’autunno, con un EP dal titolo Tracer, disponibile dallo scorso ottobre. 4 brani dalle venature prepotentemente indie rock, arricchiti da un turbinio di riverberi e distorsioni a creare un universo decisamente noise. Tracer, tuttavia, non era che un assaggio delle potenzialità degli inglesi, che con un album in cantiere, previsto per l’inizio del 2019, e che sarà chiamato Anthropocene, tornano in questi giorni alla ribalta con un singolo e un video, Mirror Song, prodotto e diretto da Callum Scott-Dyson ( CSD Videography).
Specchi e labirinti sono evocati nel testo della canzone che, prendendo spunto dall’opera di Borges e di Tarkovsky, allude a immagini riflesse, riflessioni e riverberi creando una sorta di intreccio musicale e visivo. Can’t see through your eyes…Everyone everywhere is changing, canta Aaron sullo sfondo di immagini psichedeliche sottolineate da incandescenti riff di chitarre distorte.
Inutile dire che attendiamo con grande interesse il nuovo disco, del quale non mancheremo di parlarvi puntualmente.
Mirror Song arriva con una seconda traccia, dal titolo Peach, pubblicata come singolo in agosto, disponibile all’ascolto via bandcamp.
(c) credit photo : George Evans
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