(recensione): Juniore – Un deux trois (Le Phonographe, 2020)

Abbiamo avuto modo di apprezzare le Juniore, band parigina declinata interamente al femminile, a margine del live degli Interpol, lo scorso mese di luglio all’Olympia. Già in quell’occasione, il trio, composto dalla lead singer Anna Jean (figlia del premio nobel Le Clézio, ndlr), Agnès Imbault (alle tastiere) e Swanny Elzingr (alla batteria), ci aveva colpito in maniera estremamente positiva: il loro è un surf rock vagamente rétro, con movenze yé-yé anni 60, nel quale fanno capolino intriganti elementi cinematografici dal sapore vagamente noir e psichedelico.

Le tre parigine possono già vantare una carriera di tutto rispetto. Quello appena dato alle stampe con il programmatico titolo Un deux trois è infatti il loro terzo album in studio, e arriva dopo i pregevoli Marabout e Ouh là là.

Come i predecessori, anche Un deux trois conserva e perfeziona i tratti distintivi del pop elegante e raffinato elaborato dal gruppo, il cui sound pure cosi’ tipicamente francese, riesce a veicolare elementi universali capaci di conquistare un pubblico più universale e cosmopolita.

E’ la splendida Soudain a fare da apripista: un brano dalle atmosfere cupe e notturne, dominato dalla voce malinconica di Anna Jean. 

Ma non si tratta che di un assaggio, perchè numerose sono le piacevoli sorprese che attendono chi si mette all’ascolto dell’album.  A partire da En solitaire, primo singolo estratto dal disco, accompagnato da un videoclip dalle atmosfere vintage.

La trama musicale, dominata da ipnotici e ossessivi riff di chitarra è sottolineata dalla bella voce di Anna Jean fino a sfumare su una coda metallica di tastiere.

Ritroviamo la stessa atmosfera d’antan, che rievoca qua e là la roller skate anni 80, anche in Ah Bah d’accord, che è anche il secondo singolo estrapolato da Un deux trois. Ci accoglie con un tappeto di tastiere a creare un intreccio vorticoso scandito dal ritmo battente della batteria suonata da Swanny Elzingr.

Si tratta uno dei momenti migliori del disco, tanto da essersi guadagnato una meritata menzione da parte della stazione radio britannica BBC6 lo scorso mese di luglio.

Gli undici brani che compongono il disco sono nel complesso un insieme omogeneo e coerente, anche grazie all’armonia ed equilibrio che regna fra le tre musiciste, tanto che nessuno degli elementi pare prendere il sopravvento sull’altro. Uno splendido esempio è dato dalla bella Drôle d’histoire con batteria, tastiere, chitarra e voce che si intrecciano elegantemente sullo sfondo di un pezzo che attraversa con eleganza epoche e stili.

Fra gli altri episodi interessanti segnalo Tu Mens, una delle tracce più veloci e cinematografiche che non stonerebbe in un film di Tarantino o La vérité nue dalle marcate cadenze surf pop.

Bella anche Adolescent, pezzo che chiede l’album lasciandoci la voglia di immergerci una volta di più nell’universo di una band che speriamo di rivedere quanto prima in concerto.

8,3/10

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